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Siete pronti per fare un viaggio meraviglioso con GIANNI..?






Prima di iniziare il nostro meraviglioso viaggio, permettetemi di offrirvi un buon caffè turco accompagnato dal lokum.
        

                
                  
   
                                                                                                 

Sono Gianni… ben arrivati nel mio Paese!

In realtà il mio nome è Bahadır, ma tutti i miei amici italiani mi chiamano Gianni. Questa volta sarò la vostra guida… non sul pullman o nei siti archeologici, ma su Internet. Aspetto con piacere le vostre domande e i vostri commenti.

Siete pronti per intraprendere un lungo viaggio attraverso tutta la Türkiye?
Già, il vero nome del mio Paese è Türkiye Cumhuriyeti, cioè Repubblica di Türkiye. La maggior parte dei visitatori italiani conosce solo la parte occidentale, mentre quasi nessuno ha una vera idea dell’Oriente, che invece custodisce mondi, culture e paesaggi completamente diversi.

Per questo motivo, in questo blog condividerò con voi tante informazioni sui monumenti, i musei, le antiche città e le storie dell’Anatolia orientale.

Il mio vero sogno era comprare una roulotte e attraversare ogni angolo della Türkiye per preparare documentari e racconti dedicati ai viaggiatori come voi. Nonostante trent’anni di lavoro, non sono riuscito a realizzarlo… ma da casa mia posso comunque raggiungervi, raccontarvi ciò che ho imparato e mostrarvi ciò che ho visto attraverso i miei articoli e le mie fotografie.


Il viaggio inizia sul Monte Nemrut, dove gli dei si incontrano

  


Monte Nemrut
Qui, le divinità greche Zeus ed Eracle (Ercole) guardano verso ovest, mentre le divinità persiane Auramazda e Mitra si rivolgono verso est.
 

Hierotesion di Antioco


 Nemrut  è una straordinaria sintesi di cultura orientali e occidentali,situata tra i due grandi fiumi dell’umanità: I fiumi di Eufrate e Tigri.SAono loro  che hanno portato queste culture nei mari e i mari ad altri paesi.

Fiume di Eufrate


La regione dove per la prima volta nacquero tante culture è la Mesopotamia.

Çayönü, Hallan Çemi, Nevali Çöri, Karahan Tepe e Göbekli Tepe...

Tra questi, Göbekli Tepe ci obbliga a ripensare completamente la nostra comprensione della storia. Le sue imponenti colonne a forma di “T”, scolpite nella pietra calcarea, non appartengono a un’area abitativa, ma a uno spazio sacro scelto con cura nella Mesopotamia superiore.
Avevamo sempre pensato che l’uomo avesse prima iniziato l’agricoltura e solo dopo costruito templi… ma la gente di Göbekli Tepe ci ha dimostrato il contrario.



Göbekli Tepe

Ora lasciamo queste terre misteriose…

Allontaniamoci per un momento dalla Mesopotamia e dirigiamoci verso il nord-est della Türkiye, dove si trova la splendida città di Trabzon.

                                   Buon Viaggio ... 

                                   İyi yolculuklar...

Ho deciso di arricchire ancora di più il mio blog, iniziato tanti anni fa…
Perché ora abbiamo un camper e io e mia moglie facciamo viaggi meravigliosi.
Ho iniziato a condividere queste esperienze anche con voi.
Da una parte qui scrivo, dall’altra continuo a presentare il mio amato Paese, la Türkiye, attraverso brevi video sul mio canale 
YouTube:  
https://www.youtube.com/results?search_query=viaggiamointurchia
Continuate a seguire e a leggere la vostra guida Gianni…
La conoscenza è più bella quando viene condivisa… Condividete anche voi!







Tutti i diritti riservati, il blog disegnato e realizzato da Bahadır Can.

Trabzon - Trebisonda




Avete perso "La Trebisonda" !!!



Gli affreschi di Santa Sofia
Quattro Evangelisti


Ecco, come avevo scritto, iniziamo la nostra visita con la città di Trabzon, una porta che si apre all’Oriente da circa 2200 anni.

Prima di raccontare la storia della città, vorrei spiegare l’origine del suo nome.

Il nome Trapezus appartiene alla lingua ellenica e significa “piatto” o “tavola”. Non ci sono informazioni certe sul perché questa città fosse chiamata così. Fin dai primi tempi, la città fu chiamata Trapezus, Trapeza e, in seguito, anche Trapezunda, Tarapezunda o Trabizonde in diverse lingue. Tuttavia, osservando la struttura geografica del luogo in cui la città fu fondata, non sembra assomigliare a una tavola.

Secondo un’altra teoria, il centro della città, che si estende dal mare fino a Boztepe, sorge su terrazzamenti irregolari. Per questo motivo, il nome della città fu dato come Trapezus, nel senso di “trapezoidale”.

Le prime testimonianze storiche di Trabzon risalgono al periodo paleolitico. Nel 1944, il Prof. Dr. Kılıç Kökten, durante gli scavi in diverse grotte, trovò alcune ceramiche del periodo paleolitico e neolitico.

Intorno al 1200 a.C., alcuni popoli della regione parteciparono alla guerra di Troia. Gli Ittiti chiamarono quest’area Azzi o Hayasa. Dopo gli Ittiti, gli Assiri governarono la zona e svilupparono il commercio della città.

Mileti arrivarono nella regione del Mar Nero per scopi commerciali e, nel 785 a.C., fondarono per la prima volta la città di Sinope. Nel 756 a.C., le colonie di Mileto giunsero nella zona di Trabzon (Trebisonda o Trapezus) e fondarono un insediamento con un’acropoli sulle colline sopra il porto.

Il centro della città, dal mare fino a Boztepe, si sviluppava su terrazze irregolari. La favorevole posizione geografica rese Trabzon un importante centro commerciale nei traffici con la Persia e l’Estremo Oriente.

La dominazione di Mileto durò circa otto secoli e, per un periodo, la città divenne capitale del Regno del Ponto, fondato in Cappadocia.

Comprendendo il valore strategico, economico e militare di Trabzon, l’Impero Romano conquistò la città con un esercito guidato da tre generali. Durante la guerra tra il re del Ponto Mitridate e i Romani (I secolo a.C.), la città, pur mantenendosi neutrale, fu presa da Lucullo ma non distrutta. Ottenuto il titolo di città libera, Trabzon venne arricchita dall’imperatore Adriano (117-138 d.C.), che vi soggiornò per un certo periodo.

Dopo la disfatta di Valeriano (260 d.C.), la città cadde nelle mani dei Goti, che la devastarono. Trabzon non si riprese mai completamente da questa catastrofe, pur mantenendo una posizione di prestigio.

Nel III secolo d.C., il cristianesimo iniziò a diffondersi e numerose chiese e monasteri furono costruiti nella regione.

Quando l’Impero Romano fu diviso in due nel 395, Trabzon rimase all’interno dei confini dell’Impero Romano d’Oriente, con capitale a Costantinopoli (Nea Roma).

L’imperatore Giustiniano (527-564) fece restaurare tutte le mura della città, avviando una nuova fase commerciale. Durante il regno di Eraclio (610-641), la città fu divisa in zone militari.

Dall’inizio dell’VIII secolo, gli Arabi giunsero nel Mar Nero orientale, compresa Trabzon. Con la caduta di Costantinopoli (1204) a causa dei crociati, i nipoti dell’imperatore, Alessio e Davide, insieme a Giovanni I Comneno, fuggirono a Trabzon e, con l’aiuto della regina georgiana Tamara, fondarono il Regno dei Comneni.

Durante l’era dei Comneni, la città divenne un centro culturale raffinato. Genovesi e Veneziani vi giungevano per commerciare lungo la Via della Seta. Il regno dei Comneni mantenne rapporti matrimoniali e politici con i turchi selgiuchidi, garantendo la propria autonomia.

Sotto il regno di Manuele I Comneno (1238-1265), la città visse il periodo più florido. L’economia si rafforzò grazie alle miniere d’argento di Gümüşhane (Argyropolis) e la moneta coniò il titolo di “più felice”.

Il Regno di Trabzon, pur essendo ricco e in buoni rapporti con i turchi, divenne col tempo una minaccia per essi, ostacolando la loro conquista dell’Anatolia. I Selgiuchidi tentarono più volte di conquistarla, senza successo, ma riuscirono a imporre tributi. Durante il dominio mongolo, Trabzon dovette pagare tasse anche a loro. Con l’indebolimento dei Mongoli, iniziò in Anatolia il periodo dei principati. Lo Stato di Trabzon dovette rafforzare le relazioni con i turchi durante il regno di Giovanni II per salvaguardare le proprie terre.

Dopo la conquista di Samsun da parte di Beyazıd nel 1398, il Regno di Trebisonda fu costretto a pagare tributi annuali all’Impero Ottomano. Durante il periodo di Davide Comneno, il pagamento fu sospeso e furono richiesti anche i tributi precedentemente versati.

Nel 1461, Fatih Sultan Mehmet conquistò Trabzon con le forze ottomane, ponendo fine alla sovranità dei Comneni. Sotto il suo regno, la città si arricchì e furono costruiti diversi edifici a beneficio della popolazione.

Nel XVI secolo, la provincia di Lazistan, con centro a Batumi, fu unita a Trabzon, che divenne il capoluogo di questa nuova unità amministrativa.

Nel 1867, un grande incendio distrusse molti edifici pubblici, e la città fu successivamente ricostruita. Nel 1868, Trabzon divenne ufficialmente provincia, includendo i Sancak di Gümüşhane e Canik, oltre al centro di Lazistan.

Durante la Prima Guerra Mondiale, i russi attaccarono Trabzon il 14 aprile 1916. Le forze locali, composte da abitanti di Trabzon, combatterono duramente, conducendo guerriglia nelle zone di Çaykara, Of e Arsin. Tuttavia, a causa delle circostanze, non riuscirono a impedire l’occupazione della città. I russi rimasero per un anno, dieci mesi e dieci giorni. In questo periodo, specialmente le comunità greche e armene torturarono e uccisero numerosi abitanti locali.






Santa Sofia di Trabzon

Nel 1917, con la rivoluzione bolscevica in Russia, l’amministrazione zarista crollò e l’esercito cadde nel panico. Bande turche provenienti da ovest, guidate dal capitano Kahraman, scesero verso la città da tre diverse strade ed entrarono a Trabzon il 24 febbraio 1918.

Dopo il crollo dell’Impero Ottomano, Mustafa Kemal e i suoi compagni fondarono la Repubblica di Turchia, e Trabzon assunse una posizione amministrativa nel nuovo stato. Pur essendo un porto aperto verso est, negli ultimi anni la città ha avuto un ruolo importante nel commercio mondiale di tè, nocciole e mais.

La popolazione di Trabzon supera gli 800.000 abitanti e conserva tradizioni e uno stile di vita locale molto ricco. Diverse tribù turche vivono ancora seguendo antiche usanze. Nei distretti di Çepniler, Şalpazarı, Beşikdüzü, Düzköy, Vakfıkebir, Akçaabat, Çarşıbaşı, Sürmene e Araklı, alcune delle tradizioni turkmene sono rimaste vive.

Durante il periodo ottomano, la regione di Ordu-Giresun-Trabzon-Gümüşhane fu chiamata Vilayet-i Çepni. Evliya Çelebi, nel suo libro, menziona 20.000 tende dei Turkmeni Çepni. Altri gruppi turkmene, come i Karamanogullari e i Kuman-Kipchak, si stabilirono nella regione. Alcuni erano cristiani e si convertirono all’Islam sotto il dominio ottomano. Dopo la caduta dell’Impero Ottomano, Trabzon accolse anche turchi provenienti dalla Crimea. Nel 1923, la popolazione greca fu trasferita in Grecia secondo lo “scambio di popolazione” concordato tra Grecia e Turchia. Alcuni rimasero e si integrarono, e una piccola parte ancora parla il greco pontico.




Santa Sofia di Trabzon



  I LUOGHI DA VISITARE A TRABZON


 IL CASTELLO DI TRABZON

Il Castello di Trabzon si trova a Ortahisar, nel centro della città. Le mura del castello, conservate fino ad oggi, rappresentano le antiche strutture della città. La parte più antica risale al IV secolo a.C. Xenofonte, osservando la città in questo periodo, menziona già l’esistenza delle mura.

Le mura di Trabzon sono divise in tre sezioni principali: Yukarı Hisar, İç Kale, Orta Hisar e Aşağı Hisar. Il castello fu costruito su un’altura rocciosa tra le valli di Tabakhane e Zağnos. Questa sezione costituisce la parte più antica del castello, che ha una forma approssimativamente trapezoidale. Si pensa che il nome della città derivi proprio da questa forma.





 MUSEO DI TRABZON (KOSTAKİ MANSION)

La dimora, oggi Museo di Trabzon, fu costruita come residenza privata dal banchiere Kostaki Teophylaktos tra il 1898 e il 1913. Molti materiali dell’edificio, progettato da architetti italiani, furono importati dall’Italia.

Dopo il fallimento di Kostaki nel 1917, tutti i beni furono pignorati e il palazzo acquistato dalla famiglia Nemlioğlu. Durante la prima visita di Atatürk a Trabzon, dal 15 al 17 settembre 1924, la delegazione fu ospitata in questo palazzo. Successivamente, tra il 1927 e il 1932, fu espropriato e utilizzato come Palazzo del Governo (1927-1931) e come edificio per l’ispettorato (1931-1937).


Restaurato dal Ministero della Cultura tra il 1988 e il 2001, il palazzo è stato aperto al pubblico il 22 aprile 2001 come Museo di Trabzon. Il museo ospita reperti archeologici ed etnografici.
 








 PADIGLIONE DI  MUSTAFA KEMAL ATATÜRK

La villa, costruita da Konstantin Kabayanidis come residenza estiva a Soguksu, mostra influenze dell’architettura rinascimentale europea. Il piano terra ospita soggiorno, sala ricreativa, sala da pranzo e camera per gli ospiti. Al primo piano si trovano studio, ampia camera da letto, sala d’attesa e sala riunioni, mentre al secondo piano ci sono due piccole stanze.

Atatürk fu ospitato qui durante la sua seconda visita a Trabzon nel novembre 1930, rimanendo molto soddisfatto. La notte dell’11 giugno 1937, decise di donare tutti i suoi beni alla nazione turca, preparò un elenco dei suoi beni e lo inviò al Primo Ministro.

La villa fu trasformata in museo nel 1943 e aperta al pubblico. Atatürk stesso disse:
"La proprietà mi dà peso. Sarò sollevato donandola alla mia nazione. La ricchezza dell’uomo deve risiedere nella sua personalità spirituale. Voglio dare più cose alla mia grande nazione."





 GÜLBAHAR  HATUN CAMİİ (MOSCHEA)

La moschea Gülbahar Hatun, costruita nel 1514 nella parte occidentale di Orta Hisar, vicino al ponte Zağnos, fu dedicata a Gülbahar Hatun, madre di Yavuz Sultan Selim. Del complesso originario sono sopravvissuti la moschea e il mausoleo; imaret, madrasa, bagno e scuola furono distrutti.

Appartiene al gruppo delle moschee Zaviyeli, con un piano separato tipico dell’architettura ottomana primitiva. Finestre, archi e minareto utilizzano pietre grigio-scure e giallastre. L’altare e il pulpito sono in marmo. Le decorazioni originali furono danneggiate; quelle odierne risalgono agli ultimi restauri.


      YENİ CUMA CAMİİ

La moschea Yeni Cuma è dedicata a Eugenios, santo patrono di Trebisonda. Non si conosce la data di costruzione della prima chiesa, ma un’iscrizione indica il 1291. L’edificio non ha un nartece oggi, ma possiede tre navate e tre absidi. L’abside centrale è decorata con rilievi di aquile e colombe. Il minareto e la sezione d’ingresso settentrionale furono aggiunti dopo la conversione in moschea. L’altare è in pietra barocca e il pulpito in legno.



        İSKENDER PAŞA CAMİİ

La moschea di İskender Pasha risale al 1529, come indica l’iscrizione sulla porta principale. Un’altra iscrizione documenta il restauro del 1882. La madrasa nel cortile fu distrutta e il cimitero a ovest rimosso; rimane solo la tomba di İskender Pasha.

Durante vari restauri, l’originalità fu in parte compromessa. La lavorazione della pietra è eccellente. Il minareto combina mattoni e pietre colorate. Altare (Mihrab) e pulpito (Mimber) sono in marmo, con ornamenti barocchi del XIX secolo.




Monastero di Sumela


Tutti i diritti delle foto appartengono a Bahadır Can.

Santa Sofia di Trabzon






Santa Sofia
Santa Sofıa

La nostra prima e più importante tappa a Trabzon sarà Hagia Sophia, nota anche come Santa Sofia, che significa “saggezza sacra”, uno degli attributi di Gesù secondo la tradizione cristiana.


In Anatolia esistono tre chiese dedicate a Santa Sofia, tutte di grande importanza per la storia del cristianesimo. La prima è Santa Sofia di Istanbul, iniziata dall’imperatore Costantino tra il 325 e il 360 d.C. e completata dal figlio Costantino II. Al suo posto oggi sorge la terza Santa Sofia costruita da Giustiniano.


Anche la chiesa di İznik (Nicea), costruita da Giustiniano, sebbene più piccola rispetto a quella di Istanbul, ha un ruolo fondamentale nella storia cristiana: fu sede del Secondo Concilio di Nicea nel 787 d.C., alla fine del periodo iconoclasta.

 
  Lasciamo le chiese di Istanbul e Nicea per un altro articolo e torniamo alla chiesa di Trabzon.




                          Campanile di Santa Sofia

Con l’aiuto della regina georgiana Tamara nel 1204, fu fondato lo Stato di Trabzon. Durante la sua breve storia, la dinastia Komneno cercò di sopravvivere stringendo alleanze politiche e matrimoni strategici, combattendo occasionalmente contro Bisanzio a Nicea e pagando tributi ai Selgiuchidi e ai Mongoli.

La chiesa di Santa Sofia si trova circa 4 km a ovest del centro su un terrazzo dove un tempo sorgeva un tempio pagano. Non rimangono tracce di questa struttura antica.

Costruita tra il 1238 e il 1263, Santa Sofia mostra tratti tipici dell’architettura dell’Anatolia orientale e selgiuchide, mentre pitture murali e pavimenti a mosaico seguono lo stile di Costantinopoli. Le pareti nord e sud ospitano tombe, e accanto alla chiesa si erge un cupo campanile, completato solo nel 1427.

La chiesa ha tre navate, con quelle laterali che terminano in absidi rotonde. Tre ingressi ad arco in tre direzioni la distinguono dall’architettura bizantina tradizionale. La cupola centrale alta è un esempio di arte tardo-bizantina.

Secondo John Freely, l’abside a sud era il diaconicon, dove si conservavano gli oggetti sacri, mentre quella a nord era la stanza per preparare il rituale della comunione. Vicino al diaconicon si trova la tomba di Manuel Komneno I, morto nel 1263. A ovest si trovano un nartece con cappella sovrastante e un nartece esterno, coperti da volte a botte. Le colonne e i capitelli, provenienti da antichi palazzi, mostrano eleganza e raffinatezza; esempi simili si trovano al Palazzo di Topkapi a Istanbul.

  


Il fregio di Santa Sofia

Sebbene l’influenza georgiana sia evidente, alcune pietre mostrano carattere selgiuchide. Nove ornamenti in stile selgiuchide decorano l’ingresso del nartece esterno sulla facciata occidentale.

La facciata meridionale, la più magnifica, rappresenta la Creazione di Adamo ed Eva. Le figure del fregio sono scolpite su pietre separate e narrano la Genesi. Sulla chiave di volta è raffigurata l’aquila monocroma della dinastia Komneno, che regnò per 257 anni, rivolta verso est. Simili aquile si trovano sul lato orientale dell’abside principale. Sotto la chiave di volta, due piccioni intrecciati sono affiancati da pannelli con stelle e mezzaluna, simboli religiosi legati al culto di Mitra e presenti nella regione del Mar Nero da millenni.
Animali apocalittici come centauri e grifoni, figure bibliche, arabeschi, medaglioni floreali, foglie e grappoli d’uva completano il fregio, tutti disposti simmetricamente.

   La luna a forma di mezzaluna e il rilievo di stella a forma di sole, che è simile alla bandiera turca, non è  un simbolo ellenistco, romano, selgiuchido o georgiano, ed è un motivo religioso ereditato dal culto di Mitra che si nota nella regione del Mar Nero da migliaia di anni. Secoli prima della costruzione di Santa Sofia, è possibile vedere lo stesso simbolo sulle monete dell'imperatore Pontus Mithridates. 



La cupola della Santa Sofia

L’area sotto la cupola centrale è pavimentata in stile opus sectile con nove tipi di marmo. Le finestre ospitano raffigurazioni dei dodici apostoli. Gli affreschi narrano scene bibliche, tra cui la nascita di Gesù, il battesimo, la crocifissione e il Giorno della Resurrezione.

Dopo la conquista di Trabzon da parte di Fatih Sultan Mehmet, l’edificio rimase chiesa fino al 1584, quando fu convertito in moschea. Dopo danni dovuti all’incuria, fu restaurata nel 1864 con l’aiuto di Ríza di Bursa. Durante l’occupazione russa fu utilizzata come magazzino e ospedale, e successivamente riaperta al culto. Restaurata tra il 1958 e il 1962, divenne museo nel 1964.

Sfortunatamente, gli affreschi furono coperti e l’edificio riconvertito in moschea il 28 giugno 2013.






         Da qui partiamo per visitare il Monastero di Sumela.... 

                                                                    




 


Monastero di Sumela





Il monastero nascosto dietro le nuvole...


Monastero di Sumela

Carissimi viaggiatori, dopo aver visitato la Santa Sofia di Trabzon, lasciamo il centro della città e proseguiamo verso il Parco Nazionale di Altındere, a Maçka. Vediamo dove ci condurrà questa strada, un altro ramo della Via della Seta!

Nella valle di Altındere, dominata da mille e una sfumature di verde, ci dirigiamo verso un luogo elevatissimo, lasciandoci alle spalle il Mar Nero. Mentre penso a come la gente attraversasse queste strade impervie qualche secolo fa, giungiamo alla fine del percorso. Non possiamo proseguire con questo grande autobus. Quando alziamo lo sguardo, il Monastero di Sumela appare sul pendio della montagna con tutta la sua maestosità. La domanda “Come hanno affrontato questi percorsi difficili?” perde senso, e cominciamo invece a chiederci: “Come hanno costruito questo monastero in un luogo così impervio?”

Di fronte a noi si erge un’enorme massa rocciosa, e la grotta al suo interno costituisce la chiesa principale del monastero, mentre altre strutture sono state edificate sulla stessa roccia.

A Maçka, a 46 km a sud di Trabzon, sorge un monastero greco-ortodosso dedicato alla Vergine Maria, fondato in epoca bizantina.

Il suo nome originale è Panagia tou Melas, che significa “Vergine del Monte Nero”. La parola Sumela deriva da melas, che nella lingua locale dell’epoca indicava il colore nero o scuro. Le montagne circostanti erano infatti chiamate “Karadağ” o “Oros Mela” (Montagne Nere). Grazie alla nebbia pomeridiana che avvolge spesso i pendii della zona, il monastero è anche noto come “monastero nascosto tra le nuvole”.






I culti di varie dee, in particolare Artemide, furono in seguito cristianizzati e attribuiti a Maria. La cristianizzazione delle credenze politeiste in Anatolia avvenne attraverso questo processo. Secondo Semavi Eyice, le grotte furono trasformate in monasteri dedicati a Maria perché si credeva che avesse dato alla luce Gesù in una grotta. Nei monasteri costruiti a nome della Vergine, come segno di devozione mistica, l’acqua santa veniva sempre conservata nelle grotte, conferendo a Maria il ruolo di fonte vitale. L’acqua santa di Sumela gocciola continuamente dalla roccia durante tutte le stagioni. Raccolta tramite tubi di argilla in un pozzo, non cadeva dall’alto.

Sumela conserva tutte le caratteristiche dei monasteri medievali. Possiede un solo ingresso, come un castello medievale, rendendo impossibile l’accesso da altre parti.


                                                                            






Tutte le chiese e i monasteri dell’Anatolia hanno una leggenda di fondazione. La leggenda dell’icona della Vergine Maria a Sumela è la più nota. Nel 385, due monaci ateniesi, Barnaba e il nipote Sofronio, videro Maria nei loro sogni. La Vergine ordinò loro di recarsi sul Monte Nero, a Trabzon, e di costruirvi un monastero.

Su richiesta della Vergine, i due monaci portarono con sé un’icona di Maria, attribuita a San Luca, e, dopo un lungo e difficile viaggio, giunsero a Trabzon. Qui fondarono una piccola chiesa all’interno di una grotta su un pendio scosceso del monte. Si racconta che i monaci che rimasero nel monastero fino alla fine della loro vita morirono lo stesso giorno.




   

 
Dopo la loro morte, un sacerdote di nome Christiforos, proveniente dal villaggio di Hızarlı a Maçka, si stabilì nel monastero. Grazie alle leggende e all’arrivo di altri monaci, la regione di Sumela divenne un importante centro religioso per il cristianesimo.

Secondo Semavi Eyice, che negli anni ‘60 pulì e organizzò il monastero con i suoi studenti, il nome “Sumela” deriva dall’icona, anche se questa non fu realmente creata da San Luca: è una storia tramandata per aumentare l’interesse verso il luogo.




Il viaggiatore tedesco Fallmerayer, che visitò Sumela nel 1840, non trovò convincente la leggenda di San Luca, pur ammirando l’arte greca del monastero. Secondo lui, Manuel III Comneno donò al monastero un pezzo della croce di Gesù, contribuendo alla sua sacralità. Durante il regno dell’imperatore bizantino Giustiniano (527-565), il monastero acquisì grande importanza e il suo sviluppo iniziò proprio in quel periodo. Giustiniano, oltre a libri manoscritti, donò anche una cassa d’argento ai monaci per custodire i loro beni.




Nel 640 il monastero fu derubato dai banditi, ma i monaci riuscirono a restaurarlo in pochi anni con l’aiuto dei contadini locali.

Durante la dinastia dei Comneni, Sumela conobbe il suo periodo più florido. Soprattutto durante il regno di Alessio, fu costruita la sezione a cinque piani con 72 stanze, costituendo la facciata principale del monastero. Questa parte misurava 17 metri di altezza, 40 di lunghezza e 14 di larghezza. Le pietre, adatte alla lavorazione, furono prelevate dagli altopiani di Santa a 17 km di distanza e trasportate fino al monastero. La struttura esterna si estendeva da sud a nord, con un balcone all’ultimo piano e cantine e prigioni al piano inferiore. Ogni stanza era dotata di stufe e mensole, e i numeri delle stanze erano indicati sulle porte. Un acquedotto a otto archi fu realizzato nella sezione d’ingresso; gli archi furono riparati circa 25 anni fa, danneggiati da cadute di massi.

   



Trabzon fu conquistata dal Sultano Maometto II nel 1461, e i diritti concessi a Sumela dai precedenti sultani furono mantenuti, insieme ad alcuni nuovi privilegi.
Il figlio del sultano Bayezid II, il principe Yavuz Selim, fu nominato governatore di Trabzon nel 1489. Secondo una leggenda, mentre il principe Selim stava cacciando sul Monte Nero (Karadağ), cadde da cavallo e rimase ferito; portato al monastero di Sumela, fu curato dai sacerdoti.
Selim, che divenne sultano dell’Impero ottomano nel 1512, non dimenticò i monaci di Sumela e regalò al monastero due candelabri d’oro.
Le narrazioni di Fallmerayer ci forniscono informazioni chiare sulla vita nel monastero di Sumela nella prima metà del XIX secolo. Dice che la grande stanza rettangolare dove alloggiavano aveva un soffitto a cupola, un pavimento coperto di tappeti colorati, un camino all’italiana e pannelli di cedro sulle pareti laterali.
Aggiunge anche che ai monaci del monastero non piacevano gli ospiti. Essi viaggiavano in molti paesi e vendevano copie dell’icona di Maria — che secondo loro era stata dipinta da Luca — ritenendola sacra in base alle leggende.

    



Dopo il 1850 si attribuì grande importanza alla costruzione e al restauro di chiese e monasteri in Anatolia. In questo periodo crebbero la ricchezza e l’importanza del monastero di Sumela.
Fino alla seconda metà del XIX secolo, l’accesso al monastero era garantito da una scala di legno che veniva ritirata di notte.
Il cibo per i monaci e il personale del monastero veniva trasportato ogni giorno da Trabzon con muli.
Tuttavia, i monaci non volevano mescolarsi con la popolazione e non amavano gli abitanti dei villaggi.

Quarant’anni dopo Fallmerayer, il famoso viaggiatore inglese Tozer visitò Sumela. Egli afferma che i monaci del monastero parlavano il turco meglio del greco. Come Fallmerayer, si lamentò del fatto che i monaci fossero scontrosi e aggiunse che i libri della biblioteca erano tutti sporchi e strappati.
All’ingresso vi erano varie strutture in legno a sinistra e a destra della scala. Oggi, le rovine della biblioteca si trovano alla nostra destra mentre scendiamo le scale del monastero.
Alla fine delle scale, sulla sinistra, c’è una cucina a due piani; accanto ad essa un pozzo d’acqua, simbolo della santità del monastero. Nel cortile centrale vi sono varie stanze, celle e focolari. La chiesa, che occupa circa 400 metri quadrati e costituisce la sezione della grotta, ha la forma di un semicerchio.

  



Il 18 aprile 1916, quando i russi invasero Trabzon, incoraggiarono le aspirazioni pontiche dei monaci. Durante gli anni dell’occupazione, uno dei comandanti russi, Minstlov, rimase nel monastero. Egli scrisse nei suoi ricordi che alloggiava in una stanza molto grande e talvolta usciva sul balcone per ammirare il magnifico panorama.
Parla anche della ricchezza del monastero e della sua biblioteca, come altri viaggiatori prima di lui.
Con la speranza di ristabilire lo Stato del Ponto, i monaci furono molto ospitali con il comandante russo e i suoi soldati, a differenza di quanto accadeva con altri viaggiatori.
Il 24 febbraio 1918 le truppe russe fuggirono da Trabzon, lasciandosi alle spalle molti morti e una città distrutta.
Questo evento fu una completa delusione per coloro che vivevano nel monastero.

   



Il 29 ottobre 1923, con la fondazione della Repubblica di Turchia da parte di Mustafa Kemal, tutte le attività del monastero cessarono.
Con la nascita della Repubblica, i Greci (i Rum) furono inviati in Grecia, e anche i sacerdoti del monastero di Sumela emigrarono.
I monaci e i sacerdoti che lasciarono il luogo seppellirono i loro oggetti di valore nella chiesa di Santa Barbara.
Nel 1931 un sacerdote di nome Ambrosios portò alcuni di questi oggetti in Grecia con il permesso del governo turco.
Sfortunatamente, tra il 1923 e il 1970 il monastero di Sumela rimase completamente senza protezione.
Nel 1930 le parti in legno e il tetto del monastero furono danneggiati da un incendio provocato da alcuni pastori.
Negli anni ’30 D. Talbot Rice esaminò le chiese e i monasteri ortodossi di Trabzon e redasse un inventario degli affreschi.
Dopo il 1980 iniziarono i lavori di restauro del monastero.
Grazie a questo restauro, volto a preservarne l’originalità, il sito fu aperto ai visitatori come museo.

 





Il 15 agosto 2010, festa dell’Assunzione di Maria — celebrata in Oriente come festa della Dormizione di Maria —, il governo turco concesse al patriarca ecumenico Bartolomeo I, coadiuvato dal metropolita Tychon, in rappresentanza del patriarca di Mosca Kirill I, di celebrare una messa dopo 88 anni.
Erano presenti almeno quindicimila persone, tra cui alcuni musulmani e molti stranieri accorsi per l’occasione.


   

     
                           

            Dal Monastero di Sumela partiamo per la citta' di Erzurum.


Tutti i diritti delle foto appartengono a Bahadır Can.


Gümüşhane - Argyropolis Citta' di Argento

   
        
                      



    Siamo sulla strada storica che collega Trabzon all'Iran-Azerbaigian, dopo aver lasciato la costa del Mar Nero a est di Trabzon, siamo partiti verso Erzurum. Seguendo la valle di Değirmendere, circa 35 km dopo Trabzon, abbiamo visitato il monastero di Sümela a un'altitudine di 1150 metri. Mentre percorriamo le strade che curvano le montagne, osserviamo le bellezze dei piccoli villaggi di montagna. Attraversando il passo di Zigana ad un'altezza di 2030 metri e raggiungiamo la valle di Harşit. Gümüşhane e i suoi dintorni sono facilmente collegati a Bayburt da questa strada, e poi raggiungeremo ad Erzurum dalle montagne del Mar Nero orientale attraversando il passo di Kop alto 2400 metri. 
                              
  Le informazioni sull'età preistorica di Gümüşhane e dei suoi dintorni sono molto limitate. I primi studi scientifici sulla preistoria e l'archeologia della regione furono realizzati da archeologo Kılıç Kökten.

  Kökten; Come risultato dei lavori eseguiti in molte grotte di Bayburt e Gümüşhane e dei suoi dintorni, mirava a definire i dati sull'età paleolitica della regione. Uno dei problemi importanti nella preistoria anatolica è che l'era neolitica, che è diventata un importante punto di svolta nella storia dell'umanità nell'Anatolia orientale e nelle regioni del Mar Nero,non è stata ancora determinata. Non ci sono abbastanza informazioni e scoperte per illuminare l'Era Neolitica di Gümüşhane e i suoi dintorni. Un mosaico di tribù è stato formato nella regione di Gümüşhane, che si estende alle montagne di Skidides a est dove vivevano Bizer e Muşki, e ai monti Pariyadres a ovest e circondato dalla pianura Satala (Sadak) a sud.I risultati ottenuti nelle ricerche, tuttavia, aiutano a illuminare tra il a.C. 3000-2000  la prima età del bronzo. A Gümüşhane, che è sempre rimasta una zona cuscinetto di fronte agli eventi storici a causa della sua posizione geografica, la maggior parte delle opere architettoniche non è sopravvissuta.

  La città, che fu fondata nella regione durante il periodo romano e bizantino, fu chiamata Argyropolis (argyros greco: "argento" e polis: "città"). Le ragioni principali delle guerre nella regione sono che si trova su una rotta commerciale storica ed è famosa per le sue miniere.

  L'argento, che viene spesso citato come fonte di ricchezza nelle fonti scritte in Cappadocia, ha in gran parte perso la sua importanza a causa delle intense inferenze durante il periodo della colonia assira e le vecchie tracce di inferenza sono state quasi cancellate.

  La fonte della ricchezza era di nuovo d'argento ai tempi degli Ittiti, dove il nome del paese Azzi della regione di Gümüşhane e il suo territorio che si estendeva da sud a Suşehri era chiamato paese di Hayaşa. Gli ittiti usavano l'argento come misura del valore per lo shopping. Gli Urartei  hanno dominato la zona di Gümüşhane, quando l'impero ittita si indebolì a seguito degli attacchi dei Frigi che venivano dall'ovest e dei Kaşka che venivano dal nord. Approfittando dell'indebolimento degli Assiri (860 a.C.), gli Urartei aumentarono la loro influenza nella regione. Negli stessi anni, gli Argonauti si dedicarono al commercio nelle isole del Mar Egeo e stabilirono colonie nella regione del Mar Nero,che chiamarono "il mare duro che non accetta gli ospiti". Quindi, aC. Nel 756, le miniere della regione di Gümüşhane furono aperte ad altre civiltà e culture. Con questo sviluppo, la cultura e l'attività mineraria degli Urartiani si diffuse nelle isole del Mar Egeo attraverso gli Argonauti.




                            Il passo di Zigana

   Negli anni  a.C.560, i Medi conquistarono la regione di Gümüşhane. Tuttavia,i Medi furono distrutti dalla ribellione di Kiro II (Ciro il grande) della famiglia di Achemenide (Ahamemiş), anch'essa proveniente dalla stessa famiglia e fu fondato a.C. 550 il regno di Persiani.Poiché Gümüşhane rientra nei confini di questa regione, è tenuto a pagare 300 monete d'argento all'anno. Secondo Erodoto, i persiani usarono anche la popolazione locale nelle loro guerre con i greci e, di fatto, i soldati Khalip parteciparono alla guerra che Kserkses fece contro la Grecia nel 480 a.C.
                           
  Durante il periodo dell'Imperatore di Artaserse II (400 a.C.), lo storico Senofonte, che vagava per la regione da sud a nord, scrive che i macedoni che erano mercenari dell'esercito persiano furono sconfitti dai Carduchi nella regione babilonese, e poi attraversarono dalla regione di Gümüşhane. 
 
    Il re Macedone Alessandro Magno (334 a.C. e 331 a.C.) pose fine all'Impero persiano, che iniziò a indebolirsi nel 350 a.C. Ma gli eserciti di İskender non hanno potuto raggiungere le regioni di Gümüşhane.  Nel 301 a.C. il tiranno dell'isola di Kios, una delle isole dell'Egeo, Mitridates Ktistes, conquistò le terre che si estendevano ad est verso il bacino dell'Iris (Yeşilırmak) e del Lykos (Kelkit). Dopo la morte di Mitridate, il fondatore del Regno di Pontos, i suoi figli gli succedettero. Centinaia di castelli furono costruiti per preservare la superiorità della difesa. Era anche un buon nascondiglio per questa zona montuosa quando l'esercito si trovava in una situazione difficile.

    Dominazione romana nella regione, iniziò nell'anno 20 a.C.  e continuò fino al 395 d.C.. Quando l'Impero Romano fu diviso in due come Roma orientale e occidentale a seguito delle migrazioni dei popoli, la regione di Gümüşhane rimase entro i confini della Roma orientale.

  Durante l'impero bizantino, la regione di Gümüşhane ebbe un ruolo importante nella collaborazione militare Bzans-Hazar. Al tempo di re Giustiniano, venne restaurato il castello di Keçi Kale.

  La città, che fu fondata nella regione durante il periodo Romano, fu chiamata Argyropolis. Le ragioni principali delle guerre attorno Gümüşhane sono che si trova sulla storica via della seta ed è famosa per le sue miniere. Nel VII e VIII secolo, la regione cambiò mano diverse volte.
  Al tempo del califfo Omar (634-644), quando Erzincan ed Erzurum caddero in mano agli arabi, Gümüşhane riconobbe questa sovranità.

  La regione, che cambiò mano  dal periodo del califfo Osman fino al periodo agli Omayyadi e agli Abbasidi, fu conquistata dai turchi durante il primo attacco di Çağrı Bey in Anatolia nel 1016. 

   Dopo la guerra di Malazgirt del 1071, la regione entrò nella sovranità di Selgiuchidi e, infine, nella regione di Akkoyunlu nel 1467.
   Dopo che Sultano Mehmed il Conquistatore conquistò il Ponto di Trabzon,anche la regione di Gümüşhane entrò nella dominazione ottomana e questa dominazione durò dal 1461 al 1467.

  Dopo questa data, Gümüşhane passò sotto il dominio di Akkoyunlu. Questa dominazione terminò con la guerra di Otlukbeli, che ebbe luogo tra il Sultano Maometto il Conquistatore e Uzun Hasan nel 1473. Fu preso dal Sultano Yavuz Selim nel 1514 e fu annesso ai territori ottomani.

   Kanuni Sultan Süleyman(Solimano il Magnifico) (1520/1566) ordinò lo sviluppo della regione di Gümüşhane, così furono costruite qui 50 case e la Moschea Süleymaniye.


   La guerra russo-ottomana tra il 1877 e il 1878 e le occupazioni svolte dai russi nell'Anatolia orientale e nel Mar Nero orientale il 7 luglio 1916, e le conseguenti migrazioni non lasciarono la vita a Gümüşhane.I russi continuarono la loro strada dopo aver preso Bayburt il 16 luglio 1916 ed entrarono a Gümüşhane il 19  luglio 1916. Quando le truppe turche non poterono resistere molto, i russi entrarono a Torul lo stesso giorno. Così, la strada di Trebisonda fu aperta ai russi.

  Gümüşhane e i suoi dintorni persero molte persone a causa di queste occupazioni e furono particolarmente schiacciati sotto la persecuzione armena. A causa della rivoluzione bolscevica e delle turbolenze interne in Russia, i russi firmarono l'armistizio di Erzincan del 18 dicembre 1917 e accettarono di ritirare i loro eserciti.

   Tuttavia, gli armeni hanno continuato i loro massacri.

  Successivamente, l'armistizio fu ritenuto invalido e la guerra riprese, e Torul fu salvato dall'occupazione russa il 14 febbraio, Gümüşhane il 15 febbraio e Kelkit il 17 febbraio 1918.

  Mentre nei primi anni della dominazione ottomana, era collegata alla provincia di Erzurum e successivamente collegata a Trabzon, Gümüşhane divenne una provincia il 20 aprile 1924.

  Durante la presidenza di Mustafa Kemal Atatürk,ha dato importanza alla costruzione di strade e ponti a Gümüşhane e si è cercato di sviluppare l'agricoltura.

   Ci sono circa 70 chiese intorno a Gümüşhane. Molte chiese sono state devastate a causa dell'abbandono.

   Ci sono anche 18 castelli, molti dei quali sono stati conservati fino ad oggi. I più famosi di questi castelli sono Canca, Akçakale, Keçi Kale e Torul.

     Uno dei siti più importanti in questa regione sono le rovine di Santa.

  Rovine di Santa, situata a 82 chilometri dal centro della città, è separata dalle valli in cui si trova il torrente Yanbolu ed è costruita su tre pendii. Fu determinato che la vecchia città, che era usata come rifugio nel periodo in cui i Greci vivevano nella città e che serviva come centro religioso, commerciale e culturale, consisteva di 9 quartieri separati come risultato delle ricerche.

                               


   Continuiamo il nostro viaggio verso Bayburt, lasciando dietro di noi i castelli e le chiese.



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