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A volte un luogo non è solo un luogo. A volte è il destino stesso... Per me, quel luogo era Bodrum. Sono andato per la prima volta quando ero ancora al liceo.
Quel piccolo villaggio di pescatori, silenzioso e quasi dimenticato, sarebbe poi diventato la mia bussola nella vita.
Oggi, dopo tanti anni, capisco che Bodrum non è solo mare... è una porta che si apre sull’eternità del passato."
All’epoca Bodrum era lontanissima dalla confusione di oggi, dalle barche lussuose e dal turismo sfrenato.
C’erano poche case bianche, il profumo del mare e le voci dei pescatori che rompevano il silenzio dell’alba.
Non c’era molta elettricità, né lampioni... ma c’erano le stelle, tante.
Qui, in quel paesaggio sospeso nel tempo, ho incontrato il 'Pescatore di Alicarnasso' Cevat Şakir Kabaağaçlı.
"Nel 1925, a causa di un articolo, venne condannato al confino. Ma una volta scontata la pena, non volle più lasciare Bodrum.
Aveva trovato lì qualcosa di raro: la libertà dell’anima.
Nelle sue righe, si sente il respiro dell’Egeo, l’eco dell’antichità e un profondo legame tra l’uomo e la natura.
Per noi guide turistiche, lui è un maestro.
Perché ci ha insegnato che non basta raccontare i luoghi... bisogna raccontare anche i tempi.
Sulle rive di Bodrum sorge un altro custode del tempo: il Castello di San Pietro.
Costruito nel XV secolo dai Cavalieri di San Giovanni, domina ancora oggi il porto con la sua maestosa presenza.
Ma ciò che lo rende davvero unico è il Museo di Archeologia Subacquea che ospita al suo interno.
È uno dei rari musei al mondo dedicati interamente alla storia sommersa: anfore, relitti, vetri antichi e soprattutto il relitto di Uluburun, ci raccontano le rotte commerciali e culturali del Mediterraneo antico.
Ciò che un tempo era sommerso, oggi rivive tra le mura di pietra del castello.
Oggi Bodrum è una località cosmopolita, vivace e affollata. Boutique, yacht, concerti, ristoranti.
Ma sotto quella superficie moderna, batte ancora il cuore silenzioso del vecchio villaggio di pescatori.
Per me, Bodrum non è solo un luogo. È un maestro, un compagno di viaggio, un rifugio.
Era il Mausoleo di Alicarnasso, un monumento che sfidava il tempo e la memoria, costruito per celebrare la vita e il potere di un uomo: Mausolo, il satrapo che governò con ambizione e visione.
Mausolo non era un semplice governatore. Sotto il suo regno, la Caria divenne un crocevia di culture, dove l'Oriente persiano incontrava l'Occidente greco.
La sua capitale, Alicarnasso, fu trasformata in una città splendente, simbolo di un'epoca di prosperità e innovazione."
"Ma fu dopo la sua morte, nel 353 a.C., che la sua eredità raggiunse l'apice della grandezza.
Artemisia II, sua moglie e sorella, ordinò la costruzione di una tomba senza precedenti.
Un monumento così imponente e riccamente decorato da essere annoverato tra le Sette Meraviglie del Mondo Antico.
Il Mausoleo non era solo una tomba; era un capolavoro architettonico, un inno all'arte e alla potenza.
Colonne ioniche si innalzavano verso il cielo, mentre sculture di dei ed eroi raccontavano storie di gloria e immortalità.
In cima, una quadriga trionfale portava le effigi di Mausolo e Artemisia, eternamente uniti nel ricordo."
"Oggi, di quel maestoso monumento restano solo frammenti e racconti.
Ma la sua eredità vive, non solo nelle pietre disperse, ma nel nome stesso che ha lasciato al mondo: ‘mausoleo’, sinonimo di eternità e grandezza.
Questa è la storia di un uomo che volle essere ricordato, e di una tomba che divenne leggenda.
"Come diceva Cevat Şakir grande Pescatore di Alicarnasso...
‘Il mare ti chiama... guardi il blu e ci trovi la tua anima.’
Ed è proprio allora che capisci:
Bodrum non è solo un luogo.
È una vita."

